Le frodi assicurative attraversano tutto il territorio nazionale, ma corrono principalmente sulla direttrice Napoli – Caserta, sul quadrilatero Foggia – Bari – Brindisi – Taranto, sullo stretto Messina – Reggio Calabria, sul tratto costiero Genova – La Spezia – Massa Carrara e a Lucca, unica città del centro.
Frodi assicurative: fenomeno nazionale
Anche se è innegabile l’esistenza di antiche concentrazioni in queste province siamo comunque di fronte ad un fenomeno di portata nazionale che coinvolge l’intera società italiana, riemergendo periodicamente anche in città benestanti e progredite solitamente prive di infiltrazioni criminali.
Province storiche
Le province storicamente più interessate dalle truffe assicurative sono: Caserta, che nel 2008 ha toccato la punta del 12,22%, e Napoli che ha raggiunto l’11,41%. Due città con un contesto socio economico omogeneo caratterizzato da devianze e reati molto simili. In più di 10 casi su 100 si evidenziano tentativi speculativi ai danni delle compagnie assicurative. Un dato significativo se confrontato con la media nazionale del 2,3% sostenuta, soprattutto, dal Sud Italia. Fortunatamente in questi ultimi anni i sinistri fraudolenti a Napoli e Caserta si sono notevolmente ridotti passando nel 2011 rispettivamente all’8,13% e all’8,91% ma rimanendo, comunque, tra i più alti d’Italia.
Le altre province più interessate
All’agro campano risponde il tavoliere delle puglie con Foggia, in forte progressione, al 13,25%, Bari al 5,68%, Taranto al 6,88% e Brindisi stabile al 5,51%. Tra le prime si insedia anche la realtà messinese con un inequivocabile 5,16% sebbene in diminuzione. Anche la Calabria è coinvolta con Crotone in testa al 6,69% e Reggio in scia col 5,85%. Meglio non figurano in Campania Salerno ed Avellino, entrambe leggermente sopra il 4%.
Frodi al Centro Nord
Anche al nord e al centro rileviamo concentrazioni di frodi in particolari contesti sociali ma con valori più contenuti. La portuale La Spezia col suo 1,73% è la città del nord col più alto numero di truffe, superiore alla media ligure e all’intero settentrione stabile all’0,85%; segue la provincia di Massa Carrara all’1,44% e Genova col suo 1,10%, anche se storicamente è sempre stata oltre il 2%. Rappresenta un unicum la facoltosa Lucca, unica città del centro a raggiungere il 2,39%, nel cuore d’Italia, che non supera l’1,3%.
Frodi assicurative in termini assoluti
Osservando il fenomeno in valori assoluti, e non più in termini percentuali, non mancano le sorprese, perché le proporzioni cambiano e le distanze aumentano. Basti pensare che nella sola città di Napoli, in un anno sono state realizzate 20.794 truffe, più di tutte le regioni del nord e del centro messe insieme. A Bari ne sono state scoperte 6082, più di tutte quelle emerse nella popolosa Lombardia ferma a 5286. La città di Taranto ne totalizza 2278, più dell’intero Triveneto che raggiunge appena i 1986 casi. Città come Roma 6.583 e Caserta 4729 riescono, da sole, a inghiottire intere regioni: Veneto 1622, Marche 818, Abruzzo 706, Molise 172.
Frodi assicurative e società
Esempi paradigmatici dei diversi contesti sociali che, lontani da stereotipi e luoghi comuni, rappresentano in modo illuminante le differenze sociali e i divari economici delle province italiane. Dati così limpidi ed oggettivi da rendere superfluo qualsiasi altro commento. Numeri comunque allarmanti, soprattutto, se confrontati con le medie di un Nord che non raggiunge nemmeno l’1%, di un Centro di poco superiore all’1% e di un Sud che registra un consistente 6,30%. Fortunatamente il contrasto delle Procure, le indagini della polizia giudiziaria e la ferma opposizione delle assicurazioni hanno contribuito a ridurre sensibilmente il numero delle truffe assicurative nelle province più calde che in non pochi casi hanno subito un crollo verticale.
Le aree metropolitane
In tutte le aree metropolitane del paese e nei principali capoluoghi di regione, assediati da un’alta sinistrosità, è inevitabile che ci sia anche una percettibile presenza di frodi assicurative, superiore alla media regionale, ma sempre intorno[1] all’1%: Torino 1,49% (1,23%), Milano 1,20% (1,14%), Venezia 1,02% (1,07%), Cagliari 0,65% (1%). Uniche eccezioni: Palermo 2,24% (1,93%) e Roma all’1,41% (2,38%).
Il caso Sicilia
A parte Messina 5,16% (7,12%), Catania 3,73% (4,04%) e la stessa Palermo appena analizzata, l’intera Sicilia si mantiene su un numero di frodi piuttosto basse. È sintomatico rilevare che questi dati rimangono sostanzialmente stabili nel tempo registrando, ogni anno, degli scostamenti, a volte leggeri spesso consistenti, che non modificano l’assetto sostanziale ma contribuiscono a confermare la composizione geografica delle truffe assicurative che abbiamo appena delineato. Ad un annuale incremento, in ogni città, corrisponde sempre una successiva flessione, e viceversa, disegnando nel tempo la classica curva ad andamento ondulatorio.
Gli scostamenti che confermano gli andamenti
Ad esempio, a Bari le frodi diminuiscono nel 2008 del 34%, aumentano nel 2009 dell’8,7%, per ridursi ancora del 30% nel 2011 rimanendo comunque stabili intorno al 6%. A Potenza nel 2008 regrediscono del 13%, per crescere dell’11% nel 2009 e diminuire ancora negli anni successivi, rimanendo stabili oltre il 2%. A Firenze l’incremento del 33% nel 2008 viene recuperato da un successivo regresso del 23%, compensato da un ulteriore aumento del 23%, fissandosi comunque intorno all’1%. Ci sono città dove l’effetto elastico è portato alle estreme conseguenze come Trieste, che passa da un +208% ad un -57%, Siena da +214% a -47%, Pesaro da +150% a -30%, Forlì da +70% a -30%. Spesso si tratta solo di un effetto statistico causato dall’esiguo scarto dei valori assoluti come a Trieste, dove passare da 23 casi accertati a 71, comporta un aumento del 208%, e quando scendono a 30 la percentuale si inabissa al -57%.
Le progressioni favorevoli delle frodi assicurative
In pochissimi capoluoghi assistiamo ad una progressiva tendenza al miglioramento ma è confortante constatare che, almeno, questi processi virtuosi sono equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale, dal Nord al Sud, dalle montagne alle isole. Significativo per la sua precisione il caso di Lecco in flessione costante del -7% fino al 2010 che segna un ulteriore -25%, e quello di Sondrio in discesa progressiva: -1,69%, -3,45% e -17,50%. Sorprendente la contrazione a due cifre nel solo 2011 delle portuali Genova e Livorno -48%, e di Viterbo -34%. Tutte le città campane ottengono dei risultati più che soddisfacenti: Caserta -48%, Napoli -37%, Salerno -46%, Avellino -41% e Benevento -35%. Bene anche le riduzioni progressive negli ultimi anni di: Campobasso: -4%, -17%, -25%, e delle impegnative città di Enna, -27%, -5,24%, -44% e di Agrigento -17%, -0,72%, -20%.
Frodi assicurative garanzie dirette ARD
Oltre alle truffe perpetrate con le polizze RCA (Responsabilità Civile Auto) se ne possono provocare tante altre, attraverso le garanzie accessorie all’auto chiamate ARD (Auto Rischi Diversi) come: il furto, l’incendio, gli atti vandalici e gli eventi atmosferici che risultano, fortunatamente, molto più contenute. Anche se geograficamente i comportamenti fraudolenti sono localizzati sempre nelle stesse province, le distanze tra le percentuali diminuiscono progressivamente, rimanendo diffusi con valori costanti piuttosto modesti, ad eccezione delle solite città calde.
Le percentuali delle frodi assicurative ARD
La media dell’incidenza nelle province italiane, infatti, non supera di molto lo 0,3% (0,5%) a parte Napoli al 2,15% (5,8%), Brindisi al 3,49% (5,77%), Foggia all’1,94% (5,43%), Bari al 2,84% (4,4%), Taranto al 2,08% (2,75%) Caserta al 2,18% (3,93%), Avellino al 2,07% (3,19%), e La Spezia all’1,30% (0,39%). Anche in questo ramo assicurativo non mancano le piacevoli sorprese, almeno a livello statistico, come: Cosenza allo 0,18%, ed Enna, da anni in testa alla classifica senza alcun reato consumato e tentato. Prossimi allo zero anche tutte le virtuose città montane. È indiscutibile che i dati sono influenzati da una minore diffusione di queste garanzie assicurative, ma è anche vero che i valori percentuali misurano comunque il numero complessivo di reati sul totale delle polizze attive.
Le frodi assicurative non auto
Le medesime considerazioni possiamo esprimerle analizzando l’intero comparto assicurativo non auto. Le polizze per la casa, per gli infortuni e le malattie non sono ancora molte diffuse in Italia, e proprio questa limitata distribuzione contribuisce a calmierare la sinistrosità, e inevitabilmente, i tentativi fraudolenti che in tutte le province italiane sono costantemente intorno allo 0,7%, anche se solo tre anni fa erano appena allo 0,3%. Ancora una volta, in testa alla classifica, dopo molti anni consecutivi quasi con nessun reato da segnalare, ritroviamo Benevento insieme a Potenza, Isernia e alle province siciliane di Enna, Caltanissetta e Trapani, oltre alle province sarde: Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia. Trento è, invece, l’unica città non del sud a fermarsi allo 0,16%. A livello nazionale si è assistito ad un aumento piuttosto considerevole di quasi il 4%, anche se le concentrazioni maggiori le ritroviamo a: Napoli e Caserta quasi al 2,80% (erano al 5,5%), Crotone oltre il 10% (4,8%), Foggia 3,28% (2,63%), Brindisi al 5,42% (2,15%), Taranto al 2,72% (1,72%), Agrigento 2,29%, Prato quasi al 2%, Pescara e Pesaro oltre il 2% e Brescia oltre l’1%.
MR. OLIVIERO Contributo riproducibile citando la fonte.
Fonte: “Risultati del’indagine sul fenomeno della criminalità nel settore assicurativo 2009, 2010 e 2011” a cura del Servizio Rapporti Internazionali e Studi Sezione Studi e Statistica dell’ISVAP adesso IVASS.
[1] Tra parentesi riportiamo il dato rilevato tre anni prima.