UN RACCONTO GIALLO: L’INAFFONDABILE VERITA’. Anche se in Italia le frodi assicurative si identificano quasi esclusivamente con i falsi sinistri stradali, la casistica delle truffe perpetrate in tutti i rami assicurativi è molto più ampia ed articolata. Attraverso il confronto con i più importanti investigatori assicurativi analizziamo in questa rubrica le frodi più insidiose e remunerative per imparare a riconoscerle dagli inequivocabili elementi distintivi.
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Il profilo dell’investigatore assicurativo intervistato. A capo dell’agenzia Eagle Keeper, uno dei marchi più riconoscibili del mercato, Ugo Vittori è tra i più famosi ed influenti investigatori assicurativi italiani. Dopo vent’anni passati nella Polizia di Stato, nel 1999 decide di dedicarsi all’Antifrode Assicurativa con metodi decisamente innovativi per l’epoca riuscendo in poco tempo a collaborare con le più importanti Procure e ad accreditarsi presso le più grandi compagnie assicurative con le quali ancora collabora.
In oltre vent’anni di professione i casi risolti che hanno fatto scuola sono davvero tantissimi. Quale ritiene possa essere raccontato all’interno della nostra rubrica?
Avendo letto tutte le storie illustrate dai miei colleghi nelle puntate precedenti può essere utile approfondire una complessa frode assicurativa nautica di altissimo valore. Interessante non solo per come è stata attuata ma anche per il gioco di scatole cinesi societarie che ne è alla base.
Sentiamo.
In un assolato pomeriggio agostano, con l’ufficio semideserto e con quasi tutti in vacanza, compagnie assicurative comprese, con sorpresa trovo sulla mia mail personale la richiesta di contatto del responsabile Antifrode di una Compagnia Internazionale. Mi chiede se è possibile fissare un incontro subito dopo Ferragosto per analizzare un sinistro nautico appena arrivato. Perché aspettare Ferragosto se la compagnia è aperta e il responsabile Antifrode va in ferie sempre ad ottobre per uno dei suoi soliti viaggi in Medioriente tra Libano, Giordania e Yemen? Mi precipito, non concedendomi mai dei periodi di ferie col rischio di annoiarmi in vacanza.
I documenti che può visionare in Direzione lasciano già presagire una frode?
La situazione è molto complessa. Ci sono alcuni aspetti da approfondire ed è necessario verificare i diversi profili dei derubati: da quello personale a quello economico, dal fiscale al reddituale. Sicuramente così come prospettato la dinamica è però davvero molto poco credibile ma ho bisogno di raccogliere degli elementi concreti e intervistare le persone informate sui fatti per avere un quadro più chiaro prima di pronunciarmi. Voglio, però, scoprire come sia stato possibile sottrarre in pieno giorno un potentissimo Yacht da €800.000 da un porto turistico di una delle più caratteristiche località dell’Adriatico pugliese, dotato di videosorveglianza e servizi di guardiania, per poi essere ritrovato dopo quattro giorni da dei pescatori ai limiti delle acque territoriali semi-affondato.
Quale dettaglio richiama subito la sua attenzione?
Quel semi. Semi-affondato. Da quel semi germoglia il sospetto che alimenta da subito i nostri dubbi. Perché mi chiedo: dopo così tanto tempo come può una imbarcazione non affondare del tutto se continua ad imbarcare acqua dalla poppa? E i ladri come hanno potuto mettersi in salvo se da nessuna parte: in polizza, in denuncia, nella perizia, è mai menzionata la presenza di un tender? Avevano forse dei complici che li attendevano in alto mare?
Da dove partono le indagini?
Dall’analisi della copiosissima documentazione. Beneficiando della tranquillità e del silenzio che si respirano solo in estate posso chiudermi in ufficio per leggere tutto, fino all’ultima riga delle mappe e delle visure camerali.
E riesce a scoprire qualcosa?
Chiaramente mi mancano i riscontri oggettivi ma in trasparenza trovo il sottile filo conduttore capace di tenere insieme tutti i pezzi di questa storia. Lo Yacht è intestato alla moglie che è anche l’armatrice ma in realtà a seguire l’intera vicenda è sempre il marito. È lui che si reca a sporgere denuncia mantenendo i contatti con le autorità portuali e con i periti dell’assicurazione. È sempre lui che viene avvisato del ritrovamento dai pescatori che inspiegabilmente riescono a rintracciarlo nonostante tutti i documenti presenti sull’imbarcazione riconducano alla moglie. Come hanno fatto? Comprendendo che il marito è il vero protagonista inizio ad indagare sul suo conto per verificare che non sia anche il Deus ex machina della probabile frode assicurativa.
Trova qualcosa di interessante?
Trovo subito molti indizi interessanti. Originario della Puglia, dopo l’università si è stabilito a Roma dove è conosciuto come l’avvocato (anche se non è mai stato iscritto all’ordine) perché si preoccupa di agevolare la concessione dei Fondi Italiani ed Europei a favore delle imprese. Insieme alla moglie ha costituito negli anni una serie interminabile di scatole cinesi societarie all’interno delle quali si scambiano reciprocamente i ruoli detenendo azioni incrociate. Dalle visure camerali emerge inoltre che il marito è l’AD della società che ha costruito, attraverso un cantiere conto terzi, l’imbarcazione oggetto di furto. Analizzando i bilanci societari scopro un dettaglio molto importante capace di illuminare l’intera vicenda.
Cosa esattamente?
Dal fatturato si evince che in quattro anni di attività questa società ha costruito e venduto, sempre ad una società a loro riconducibile, una sola imbarcazione, la loro. Capisco che forse qualcosa è stato ordito da lontano. La verifica della consistenza patrimoniale del soggetto e l’andamento economico degli ultimi anni delle società effettivamente attive mi aprono nuovi orizzonti indirizzandomi nella direzione giusta.
A questo punto come procede l’indagine?
Oltre al metodo ci vuole intuito. E lasciandomi guidare chiedo alla Compagnia il nulla osta per effettuare sull’imbarcazione una nuova perizia tecnica da un perito di mia fiducia, estraneo all’ambiente. Come potevo immaginare le conclusioni a cui arriva il mio fiduciario si discostano non poco da quanto affermato dal primo perito incaricato in loco dalla Compagnia che, invece, aveva confermato: il prezzo, la dinamica e la possibilità che l’imbarcazione fosse stata ritrovata così lontano dalla costa.
In realtà, in base alla ricostruzione più realistica lo Yacht non poteva non affondare dopo essere stato guidato maldestramente da persone impreparate che, dopo aver accelerato al massimo i quattro potenti motori entrobordo hanno rallentato di colpo, forse temendo di non riuscire a governare il mezzo, imbarcando così moltissima acqua da poppa che per il peso avrebbe portato a superare la falchetta della carena, continuando a riempirsi d’acqua.
Cosa non torna?
Un panfilo di quel tipo non può passare inosservato, inoltre, il porto dove era ormeggiato è dotato di videosorveglianza. Provo così a sentire la società che lo gestisce che si mostra subito molto disponibile. Le cose cambiano quando richiedo le registrazioni della data del furto. Inspiegabilmente non si trovano perché asseriscono siano state sovrascritte. Ma ancora più curioso è che inizialmente non si riesce nemmeno a risalire al dipendente preposto quel giorno alla custodia del porto. Dopo una serie di solleciti e molte pressioni riesco ad ottenere il nominativo.
Di buon mattino mi presento per intervistarlo ma accampa mille scuse per sottrarsi al confronto, anche visivo. Un atteggiamento simile mi fa subito capire che ha qualcosa da nascondere. Capisco che devo trovare dei collegamenti. Con una media chiara sorseggiata al porto in compagnia dei pescatori che rientravano dalla battuta di pesca notturna cerco di parlare con chi ha individuato la barca rubata. Dopo un rapido scambio per comprare del pesce freschissimo penso di essere riuscito finalmente ad ottenere quello che cercavo. Ed una rapida ricerca sui Social Network me lo conferma.
Cosa ha trovato di tanto interessante?
Tra i pescatori che hanno ritrovato l’imbarcazione ce ne è uno in particolare che ha attirato la mia attenzione perché fisicamente molto simile al guardiano del porto. Dai Social Network ho la conferma che sono cugini. Guarda caso chi ritrova l’imbarcazione è imparentato con chi doveva sorvegliarla. Forse ho trovato la soluzione del caso.
E come riesce a risolverlo?
Con un azzardo. Sicuro che la perizia svolta dal mio fiduciario è il mio asso nulla manica affronto il derubato nella sua splendida villa sul mare. Mi accoglie cortesemente. Con tono affabile mi fa capire che sarà molto generoso se riesco a concludere il prima possibile l’istruttoria della pratica agevolando una rapida liquidazione.
Senza apparire scortese gli mostro i bilanci in perdita delle sue tre società attive a lui riconducibili. Gli indico come l’ammontare dei danni richiesti all’assicurazione per riparare l’imbarcazione dopo il presunto semi-affondamento siano esattamente quelli che servono a ripianare le perdite. Ormai in crisi gli illustro nei dettagli la perizia del mio fiduciario spiegandogli quali sono le anomalie che dovrebbe chiarire.
La resa dei conti
Come immaginavo controbatte prontamente con i risultati raggiunti dal perito della compagnia. A questo punto gli chiedo serenamente come possa conoscere così nei dettagli una perizia riservata che è stata appena consegnata in Compagnia.
Nel pallone più completo purtroppo non sa rispondere, accenna qualche timido tentativo ma non ci riesce, a questo punto lo aiuto io. L’ingegnere che ha firmato la perizia per conto della Compagnia è socio del suo stesso Club nautico. Ma non solo. In gioventù hanno anche suonato nella stessa Jazz Band prima di trasferirsi a Roma.
La soluzione
A quel punto sedendosi sconfitto mi chiede cosa deve fare. Lo lascio libero di decidere. Gli dico solo che non posso non relazionare tutto alla compagnia che poi deciderà se, e come, procedere. A questo punto mi congedo ma non riesco ad uscire dal portone di casa che mi richiama con filo di voce per comunicarmi la sua intenzione di non pretendere più alcun rimborso.
A questo punto sono io che gli chiedo come abbia potuto lasciare un gioiello di Yacht come quello nelle mani di inesperti pescatori per portarlo al largo e tentare di improvvisare un affondamento che però non doveva verificarsi per preservare il bene. Mi risponde serafico con lo sguardo perso nel vuoto: la disperazione.
Considerazioni
Per smascherare le frodi assicurative è sicuramente necessario applicare sempre un metodo rigoroso. E soprattutto per le truffe di alto valore, serve anche molta empatia e un dettagliato studio della psicologia dei soggetti per scoprire quali motivazioni possano indurli a commettere un reato ormai puntualmente sanzionato dai tribunali.
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